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Una vita senza musica è come un corpo senz’anima. (Marco Tullio Cicerone)
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Il rock non eliminerà i tuoi problemi. Ma ti permetterà di ballarci sopra. (Pete Townshend)
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Dove il mondo fallisce, parla la musica. (Christian Andersen)
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Dove le parole non arrivano... la musica parla. (Ludwig Van Beethoven)
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La musica può rendere gli uomini liberi. (Bob Marley)
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L’idea di mettere su una band che scrivesse propri brani e suonasse del sano “Hard Rock” venne a Marco “Bacco” Muriana (basso) e Fabio “Nebbia” D’Agostino (chitarra e voce).

Erano i primi anni 80 e in quello spicchio di Roma, tra Testaccio, Trastevere e le pendici di Monteverde, stavano fiorendo diverse formazioni che avrebbero dato vita alla prima ondata di Metal Capitolino (Mausen – poi Miss Daisy, Rude, Machine Head, etc.)

Dopo un periodo di gestazione, e diversi cambi di chitarristi e batteristi, la line up si assesta con l’ingresso del giovanissimo chitarrista Fabio Lanciotti (all’epoca appena quindicenne) e del batterista Fabrizio Deana, decisamente scontento della trasformazione dei suoi Ancient Malice in Outrage.

A dicembre del 1985 gli Hydra esordiscono ufficialmente in una festa al Liceo Keplero che, da allora in poi, sarà la loro “casa”.

Non mancarono anche appuntamenti con la comunità metal romana, sempre più nutrita nel frattempo, grazie a concerti con Machine Head e Outrage a partire dal Maggio 1986.
I brani iniziano ad avere una loro precisa fisionomia grazie anche all’intervento esterno di Umberto Umbozzy Tamilio, cantante di Rude e 4WD, che realizza i testi della band.

L’idea di realizzare un demo registrato in modo professionale viene interrotta dall’improvviso abbandono di Fabio D’Agostino, nel periodo Natalizio del 1986. Quel lotto di tracce non è mai stato reso pubblico.

Un nuovo demo, “A Flash in The Night”, viene, invece, realizzato con Tamilio alla voce, nella primavera 1987 e vede Maurizio Bidoli dei Fingernails in consolle e riceverà una ottima accoglienza. I brani presenti sono tutti figli della scrittura di D’Agostino, Muriana e Tamilio.

Il nuovo entrato porta con sé in dote brani nuovi di zecca, tra cui Shout So Loud, che viene incisa ai Camelot Studio, per una compilation dedicata alle giovani band romane.

Nonostante tre quarti della band sia impegnata con il servizio di leva, tra il 1987 ed il 1988, continuano i concerti negli ambiti scolastici e nei pub e le esibizioni in diversi “contest” e rassegne!
Così, sotto la guida di Chris Bianco dei Raff, gli Hydra entrano ai PanPot Studio, nella primavera del 1989 per realizzare un nuovo demo che ospiterà i brani scritti nel nuovo corso, soprattutto figli della penna di Tamilio e Lanciotti. Durante le registrazioni Muriana abbandona la band per problemi di lavoro.

Il demo viene terminato con Roberto Viola, amico di infanzia di Lanciotti e la band terrà ancora una manciata di concerti.

“Different Way of Suffering” presenta un sound decisamente più sperimentale e psichedelico ma, stavolta, non convince la stampa specializzata.

All’alba del 1990, complice anche l’enorme differenza di età che intercorre tra Deana, Tamilio e Lanciotti e Viola, e senza la spinta e la visione del leader e fondatore Muriana, il quartetto decide di sciogliersi in modo amichevole e pacifico.

Qualche anno più tardi Deana e Tamilio coinvolgeranno Viola per mettere in piedi, sulle ceneri degli Hydra, un progetto denominato Dr.Hyde.

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